Thursday 06-12-2012
Abbigliamento biologico bambini: consapevolezza e scelte
Recentemente sono stata stimolata a riprendere in mano il tema dell’abbigliamento biologico bambini: la lettura del recente rapporto internazionale “Toxic Threads – The Fashion Big Stitch-Up” di Greenpeace è stata una sorta di sveglia per la mia consapevolezza assopita.
Ancora una volta mi rendo conto di quanto la questione della salubrità di ciò che indossiamo sia sottovalutata soprattutto quando si parla di abbigliamento biologico bambini.
Io stessa, pur essendomi informata sul tema, pur avendo compreso l’impatto sulla salute e sull'ambiente di tessuti e capi di abbigliamento realizzati in maniera incosciente, una volta di fronte alle offerte della moda, tendo ad essere vittima di amnesia fulminante, pesco dal cilindro (raschiando anche il fondo) alibi e scusanti, e mi ritrovo con un sacchetto stracarico di capi di abbigliamento a basso costo prodotti in chissà che paese con chissà quali modalità ma “son tanto carini!” e “non può fare così tanto male”.
Ma quando si torna ad avere in mano dati incontrovertibili, la realtà diventa innegabile, e se per me posso anche accettare il “rischio”, non posso affrontare la cosa a cuor leggero riguardo mia figlia.
Un’alimentazione sana, ritmi di vita sereni, buone abitudini di cura, non sono sufficienti a tutelare la sua salute se dimentico di considerare ciò che assorbe attraverso l’organo più esteso del suo corpo, e tra i più ricettivi: la pelle.
Diventa quindi importante anche l'abbigliamento; i questo senso la scelta verso abbigliamento biologico diventa prioritaria, sebbene accompagnata da altre possibili scelte di buon senso.
Rispetto l’abbigliamento di Maria abbiamo cercato di seguire in linea di massima (esclusi i momenti di amnesia di cui sopra, sigh!) due criteri:
- riuso: ben accetti abiti usati da cuginetti e amici! In questo caso, non potendo avere il controllo della qualità dei tessuti, almeno non contribuiamo all’imperante consumismo e allunghiamo la vita degli oggetti, ottimizzandoli e riducendo gli sprechi. Nei primi mesi di vita della bimba quasi la totalità dei capi nel suo guardaroba arrivavano da questa generosa fonte. E vogliamo parlare inoltre dell’immenso risparmio?
- acquisto di capi di qualità certificata, meglio se biologica. In questo caso il tasto dolente è spesso relativo alla possibilità di scelta: non è ancora comune reperire capi d’abbigliamento di questo tipo e la gamma tra cui optare è ancora limitata, soprattutto se si vive in piccoli centri lontani dalle grandi città e si ha a disposizione un budget ridotto.
In ogni caso, è per noi imprescindibile scegliere la qualità biologica quando si tratta di biancheria intima: il vestiario che sta più a lungo a contatto con la pelle, anche nelle zone più intime e sensibili.
Le scelte fatte in famiglia sono state poi l’impronta per le proposte del negozio. Si tratta di uno degli ambiti in cui abbiamo dovuto raggiungere compromessi tra vari fattori: qualità certificata seriamente, rapporto qualità-prezzo adeguato, funzionalità anche rispetto l’utilizzo dei pannolini lavabili, criteri estetici...
L’azienda scelta, per quanto riguarda l'abbigliamento biologico bambini, ha risposto a ciò ce cercavamo proponendoci capi di qualità elevata, con prezzi equilibrati e un’ampia gamma tra cui scegliere.
L'abbigliamento biologico per bambini è una nostra priorità; ed in attesa di un equivalente Made in Italy, possiamo dirci soddisfatti.
Ma siamo sempre alla ricerca di prodotti validi che vengano incontro alle nostre esigenze, quindi, se aveste suggerimenti, sarebbero ben accolti!