Lunedì 04-06-2012

Verità di burro e dubbi di marmo

pingpong

 

Diventata genitore mi ha messa di fronte alla questione del prendere decisioni sulla vita di qualcun altro. Già un po' lo facevo da assistente sociale, ma in quell'ambito si trattava di scelte condivise con l'interessato che rimaneva (in questo come professionista credevo fortemente) il maggiore azionista di quote di responsabilità sulla propria vita.

Avere a che fare con un figlio mi ha messa e mi mette continuamente in discussione. E' come avere uno specchio che riflette la propria immagine, ma non solo quella superficiale, anzi, soprattutto la più profonda, quella vicina all'inconscio.

Ogni decisione che devo prendere su come essere e fare la mamma mi pone innanzitutto di fronte alla persona che sono e che voglio essere.

E ancora una volta, crollano molte sicurezze, si aprono voragini di non-risolti, e domande che sembrerebbero avere nel centro mia figlia, in realtà richiedono che, almeno all'inizio, metta al centro me.

Gli spunti sono innumerevoli: si va dalle questioni di salute all'alimentazione, dall'allattamento all'educazione... ed ogni capitolo racchiude migliaia di capoversi.

Portoni che una volta aperti conducono a altre porte che si affacciano su altre porte ancora...

Orientarsi non è semplice.

Un po' perchè, come ho scritto, questo percorso risveglia qualcosa in me che necessita di altrettanto lavoro.

E poi perchè se si chiede aiuto, se si cerca di informarsi per capire, si entra in un oceano di verità dentro le quali è impossibile pescare.

Ormai da tempo mi son convinta che la Verità, come comunemente viene intesa, non esiste. Diciamo che questa è forse l'unica certezza che ho: che di certezze non ce ne sono.

Quindi mi lascia sempre molto perplessa constatare quante persone invece si propongono come portatrici di Verbi Indiscutibili. Penso ad alcuni individui comunemente sbruffoncelli, ma in particolare, ora che scrivo, penso agli esperti che qua e là si incontrano, soprattutto se, per capirci qualcosa, si frequentano, librerie, biblioteche, conferenze, corsi & Co.

Non vorrei essere fraintesa: evviva chi si impegna ad approfondire argomenti sui quali arriva ad avere un bagaglio culturale tale da poter essere di riferimento per chi invece è rimasto per vari motivi "indietro". Ammiro queste persone e ai loro lavori attingo con bramosia bulimica.

Ciò che mi colpisce è invece la frequenza con cui tale sapienza rischia di trasformrsi in saccenza. Un rischio che pare essere sempre latente e al quale pochi sembrano essere immuni, anche i più umili.

Torno quindi al genitore che, come me, cerca di orientarsi nella foresta dei cartelli indicatori, ognuno che punta ad una verità che spesso ne ha una opposta altrettanto ben fondata.

Così capita di sentire il famoso pediatra di orientamento X affermare, davanti al libro del pediatra altrettanto famoso di orentamento Y: "io quel libro non lo voglio neppure vedere!" e far seguire a questa affermazione l'elenco dei motivi per cui quell'orentamento è "sbagliato". E quindi tu che apprezzi sia X che Y per gli aspetti di sensatezza presenti in entrambe le posizioni, ti senti come una pallina da ping pong in balia di due racchette agguerrite.

Ma è solo un esempio tra i tanti.

E questa è solo una piccola riflessione della pallina che sono (o meglio SIAMO, visto che in realtà nella mia confusione ho la gioia di avere un alleato e compagno d'avventura nel mio uomo e papà di Maria) da condividere con chi, magari tu, ogni tanto pallina si sente.

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